La pizza double face

Se c’è un piatto double face per antonomasia, beh! Per me, è la pizza.

Anche più che double! Anzi rivendichiamo il diritto di farcire a piacere la propria pizza.

A ciascuno la sua pizza!

Io la faccio seguendo la ricetta classica per la pasta di pane:

500 gr. di farina, un cucchiaio colmo di zucchero, mezzo panetto di lievito di birra, un bel pizzicone di sale e 270 ml. di acqua tiepida.

Se non avete voglia, tempo o predisposizione, fate fare ad un’impastatrice, ma se avete tempo, voglia e predisposizione, allora sporcatevi le mani. E’ molto liberatorio!

E allora si comincia!

Spianatoia infarinata e una bella coppa per le prime fasi dell’impasto, per non far scappare l’acqua da tutte le parti! Formate la classica fontana nella coppa, al centro della fontana metteteci lo zucchero e sbriciolatevi il lievito aggiungendo piano piano l’acqua tiepida (non calda, o ammazzerete il lievito!). Il sale mettetelo lontano dal lievito, o rallenterà la lievitazione. Bene ora dovete lavorare prima con la punta delle dita e far sciogliere il lievito e lo zucchero e poi, piano, piano, amalgamate tutta l‘acqua e la farina. Prendetevi per voi questi dieci minuti, vedrete che vi si schiariranno le idee. Se volete un momento per pensare, fate la massa. Impastare aiuta a riflettere! Troverete le parole giuste per tutto! E vi sentirete più leggeri.

Allora, formato il primo abbozzo di massa, passate sulla spianatoia… e spianate, lavorate, rompete gli amidi, e la vostra massa sarà favolosa! Spianate, ricomponete e ricominciate, più la lavorate e meglio sarà! Ma non esagerate o comincerà a lievitarvi tra le mani!

Mettetela a riposare in un posto lontano dalle correnti (io la metto nel forno in una coppa coperta con un cannovaccio. E, se è inverno, preriscaldo il forno a 40° C, spengo e “inforno”!). O fate come le nonne: sotto le coperte!

Passata un’ora e mezza, si comincia, chiamate a raccolta chiunque voglia partecipare a questo rito della bontà e accendete il forno a 250°.

Formate delle palline, schiacciate ciascuna pallina delicatamente per far uscire l’aria, e con il matterello stendete la pizza su un quadrato di carta forno non unto. Io faccio le pizze direttamente sulla carta forno, non uso nessuna teglia, ma poggio direttamente la pizza sulla leccarda e, dapprima, la posiziono nella parte inferiore, la faccio cuocere e poi la sposto nella parte superiore del forno. E via un’altra!

Vengono – quasi – come quelle della pizzeria! Mi raccomando: tutto ciò non ha senso alcuno se il forno non ha raggiunto la temperatura!

Bene, ora qui il potere del pater familias, e pure quello della mater familias, deve essere congelato. Anarchia. Anarchia pura. Ciascuno decide per se e, per una volta, non gliene deve importare nulla dell’altro! A disposizione: salsa di pomodoro, parmigiano, pecorino. A scaglie, grattugiati, o assenti del tutto! Verdure cotte (rape stufate, spinaci saltati, melanzane e zucchine grigliate) o crude (sottili fette di melanzane o zucchine), scamorza, scamorza affumicata, gorgonzola, mozzarella, di bufala o del supermercato sotto casa (e non fate i fanatici, in casa si usa quel che c’è!), cipolla rossa e tonno, rosmarino fresco e sale grosso. Scegliete i vostri ingredienti e fatevi la vostra pizza. Sarà un giorno migliore!

A ciascuno la sua pizza!

di Ivana Salvemini

foto di Genny Gallo

3 pensieri su “La pizza double face

  1. Paolo Pegoraro dice:

    Questa rubrica è davvero “gustosissima” da leggere! Il piacere della cucina, il calore della vita, la bellezza della scrittura. Buona come una pagnotta appena sfornata!

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