Anna Achmatova

L’Ultimo brindisi della grande poetessa (ma lei amava farsi chiamare “poeta”) russa Anna Achmatova (1889-1966) risale al 1934 ed è dedicata al suo terzo marito Nikolaj Nikolaevic Punin a suggello di un rapporto finito.
La casa citata è la Fontanka, un ormai decrepito palazzo settecentesco dove viveva la scrittrice e dove più di un secolo prima era stata vissuta una storia di amore sofferto simile al suo. Ma la poesia va oltre l’occasione dell’ultimo saluto a una relazione ormai morta, diventa riflessione su tutta un’esistenza segnata da un dolore personale che si è incrociato con quello di un contesto storico ancora più tragico.
Bevo a una casa distrutta,
alla mia vita sciagurata,
a solitudini vissute in due
e bevo anche a te:
all’inganno di labbra che tradirono,
al morto gelo dei tuoi occhi,
ad un mondo crudele e rozzo,
ad un Dio che non ci ha salvato. (1934)
(A. ACHMATOVA, Poesie, a cura di B. Carnevali, Parma, Guanda, 1962)
di Giovanni Casalegno, autore di La luna, il cibo e il falò
Lascia un commento