Isabella Micheletti racconta “Il linguaggio del bambino piccolo e il pensiero Montessori”

Isabella Micheletti, maestra e formatrice dell’Opera Nazionale Montessori, ci racconta in questa intervista il suo libro.

Il linguaggio del bambino piccolo e il pensiero Montessori è un breve manuale che con chiarezza e semplicità, accogliendo il pensiero di Maria Montessori così come di altri autori, suggerisce idee pratiche da sperimentare in famiglia per favorire l’uso della parola nei primi anni di vita.


Perché è importante favorire lo sviluppo del linguaggio nel bambino piccolo?

Il linguaggio è una competenza che il bambino possiede dalla nascita, ma in modo inizialmente incompleto e immaturo e che richiede quindi un esercizio costante e adeguato.
Lo sviluppo del linguaggio non avviene in modo meccanico: esso è fortemente influenzato dall’ambiente che il bambino incontra, il quale può favorire oppure ostacolare l’utilizzo della parola.
In un ambiente non favorevole, la competenza linguistica non può realizzarsi nella sua pienezza. Occorre quindi offrire al bambino, con modi e tempi congruenti alle diverse fasi del suo sviluppo psico-fisico, le condizioni più consone affinché possa far fiorire questo dono.
Il linguaggio non è riducibile unicamente a capacità “tecnica” di tradurre in simboli il nostro pensiero, ma è una modalità attraverso la quale la persona entra in relazione con gli altri: favorirne lo sviluppo significa anche promuovere questa dimensione.


Perché è importante non solo predisporre un ambiente che consenta esperienze di qualità, ma è anche essenziale che l’adulto instauri una relazione di comprensione e rispetto con il bambino?
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Nel libro si parla dell’importanza del silenzio (“il grande assente della nostra società”), che «non nega il linguaggio e non si riduce a una sua sospensione, ma ne fa parte». Sembra quasi paradossale.
Perché il silenzio è così essenziale per favorire il linguaggio?

Il silenzio è la condizione di possibilità dell’ascolto. Senza di esso non riusciremmo a captare tutto quello che ci circonda, quello che l’altro ci dice e finiremmo per ascoltare solo noi stessi ed essere continuamente impegnati in un monologo senza fine.
Solo se riusciamo a sospendere la nostra parola per accogliere quella dell’altro, saremo in grado di entrare veramente in relazione e partecipare all’autentico dialogo, anche con i nostri bambini.
In questi termini, una pedagogia del silenzio è quanto mai auspicabile.


Come favorire l’uso della parola… Quali sono tre modalità o suggerimenti che daresti a un genitore per promuovere l’abilità linguistica e comunicativa del bambino?

Offrire al bambino, in modo vario e ricco, la possibilità di sperimentare, poiché è a partire dalla dimensione del fare che il bambino comprende il significato delle parole.
Utilizzare sempre un linguaggio corretto e chiaro per descrivere la vita che scorre intorno al bambino e le sue esperienze.
Ascoltare con interesse e rispetto quello che il bambino ci racconta, tenendo sempre in mente che attraverso l’ascolto si costruisce la relazione autentica.

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