Gli stolti e le persone semplici costituiscono il bersaglio principale delle barzellette e delle facezie di ogni generazione e di ogni clima, ma forse in pochi casi il loro comportamento viene sviscerato e attentamente analizzato come accade nella letteratura araba del Medioevo.
Autore di questa curiosa silloge, Il sale nella pentola, è ‘Abûal-FarajIbnal-Jawzî, vissuto quasi ininterrottamente a Baghdâd, dove nacque nel 1117. Dalle categorie sociali qui rappresentate (lettori coranici, giudici, emiri, governatori, muezzìn, imâm, beduini, poeti, maestri…) risulta evidente che la stupidità è un male comune a tutte le classi sociali, comprese le più elevate e le più colte.
Il campionario dei difetti passati in rassegna è in stretta relazione alle cariche ricoperte: segretari che non sanno scrivere, giudici ed emiri incompetenti nel giudicare o nel dare ordini, asceti che si rendono ridicoli con pratiche esagerate e sconsiderate; una multiforme e variegata composizione che esalta le capacità liberatorie dell’umorismo, che si prende gioco tanto dell’ignoranza quanto della pedanteria intellettuale.
Prima traduzione in lingua occidentale di un classico della letteratura umoristica araba, in cui il tema universale della stupidità è trattato attraverso una gustosa galleria di personaggi che ne incarnano le numerose manifestazioni.
Il sale nella pentola
Storie arabe di sciocchi e di folli
Un classico della letteratura umoristica araba in cui il tema della stupidità è trattato attraverso una galleria di personaggi che ne incarnano le numerose manifestazioni.
5,49€ – 10,50€
Autore: Ibn al-Jawzi
Traduttore: Rosanna Budelli
Pagine: 140
ISBN: N/A
Data pubblicazione: Gennaio 2002
Categorie: Libri letteratura araba, Libri narrativa e saggistica
Collana: Via lattea
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