Il pipistrello è un animale notturno: con eccezionale maestria, nella notte, cattura minuscoli invisibili insetti, come se il buio per lui non avesse segreti. Gli antichi, che non potevano conoscere il sistema a ultrasuoni donato dalla natura al pipistrello, pensavano che avesse occhi sensibilissimi per la visione notturna ma inutili di giorno, ciechi all’eccesso di splendore della luce del sole.
Gli stessi antichi, dalla mente pronta a interpretare il simbolo della natura, pensavano che anche all’uomo fosse toccata la sorte del pipistrello: una sensibilità adattata alla notte del mondo materiale, ma cieca nei confronti del mondo spirituale, che ne è la luce.
Per Tommaso d’Aquino la felicità degli uomini consiste proprio nell’entrare in rapporto con il mondo spirituale. La difficoltà che incontriamo è che, nella normale esperienza conoscitiva, il mondo separato dalla materia sembrerebbe non entrare; così, per molti, il solo parlare di realtà, come per esempio l’essenza divina, non ha senso perché sono cose di cui non si può avere alcuna esperienza.
Il saggio di Lorenzo Spezia, intitolato Il pipistrello e il sole, vorrebbe offrire, riguardo alla questione, l’apporto della gnoseologia di Tommaso d’Aquino vista nella sua pienezza: in essa l’esperienza quotidiana dei cinque sensi non è l’unico orizzonte della conoscenza naturale umana, ma è solo il punto di partenza di un’evoluzione che conduce a esperienze conoscitive più alte, che l’uomo può fare senza l’uso della sensibilità.
Il pipistrello e il sole
Livelli di conoscenza ed esperienza mistica nel pensiero di Tommaso d’Aquino
L’apporto della gnoseologia del filosofo religioso vista nella sua pienezza: l’esperienza quotidiana dei cinque sensi non è l’unico orizzonte della conoscenza naturale umana, ma è solo il punto di partenza di un’evoluzione che conduce a esperienze conoscitive più alte, che l’uomo può fare senza l’uso della sensibilità.
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